Poiesis, domenica in scena al teatro Caffeina i ragazzi del Centro di riferimento provinciale per l'autismo
nella foto: Poiesis, domenica in scena al teatro Caffeina i ragazzi del Centro di riferimento provinciale per l'autismo
17 maggio 2019

Poiesis, domenica in scena al teatro Caffeina i ragazzi del Centro di riferimento provinciale per l'autismo

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Lo spettacolo giunge al termine del laboratorio teatrale del programma Pegaso
attivo presso la Asl di Viterbo da 9 anni

Domenica 19 maggio, alle ore 18, al teatro Caffeina di Viterbo andrà in scena lo spettacolo Poiesis, per la regia di Paolo Manganiello e Chiara Palumbo. L’ingresso è gratuito. La manifestazione giunge al termine del laboratorio teatrale del programma Pegaso, attivo presso il Centro di riferimento per l’autismo dell’azienda sanitaria e coordinato da Vincenzo Di Gemma.

Sul palco si esibiranno i 17 ragazzi seguiti nel programma: un progetto operativo ormai da 9 anni, attraverso la partecipazione delle unità operative Tutela salute mentale e riabilitazione età evolutiva e Psicologia, con la collaborazione del Gruppo Asperger Lazio onlus, della cooperativa sociale “Gli anni in tasca” e dell’Associazione AstArte, per la parte relativa al laboratorio teatrale.

Il programma - spiega Vincenzo Di Gemma - costituisce una delle linee di attività del Centro di riferimento provinciale per l’autismo, la cui sede è presso la Cittadella della salute di Viterbo. All’interno del programma Pegaso sono operativi numerosi servizi, come i gruppi per i genitori e il laboratorio sulle abilità sociali. Il laboratorio teatrale, nello specifico, è dedicato agli adolescenti e ai giovani adulti. Lo spettacolo di domenica 19 maggio sera rappresenta per loro una importante opportunità di condividere con la comunità i loro vissuti e la loro esperienza di crescita e di riabilitazione”.

Poiesis – spiegano i registi Paolo Manganiello e Chiara Palumbo - significa propriamente il fare dal nulla e appare la prima volta in Erodoto col senso di creazione poetica. Il fare dal nulla, come in questo nostro spettacolo. Un palco vuoto, povero. Una scatola nera e delle assi di legno. C’è tutto quello che è necessario per creare poesia: dal nulla. Apparentemente dal nulla. E poi c’è il buio. E poi la luce e corpi, parole, azioni, silenzi, sguardi, che si svelano, a poco a poco. Gesti simbolici e rappresentativi. Parole rubate dalle penne di poeti più o meno illustri. Tutto nasce dal nulla e al nulla ritornerà. Il sipario si chiude. E ancora buio. Ma la speranza è che tutto, o parte di quel tutto che nascerà dal nulla, non trasmetta il nulla, ma possa lambire, con un tocco gentile come una carezza, l’animo dello spettatore. Possa coinvolgerlo nella creazione teatrale che tanto sa di poesia: di quella poesia non in metrica, di quella poesia non verbale”.