Il progetto prevede il coinvolgimento di 100 profili per istituto penitenziario per diminuire le disuguaglianze sanitarie e ridurre i tassi di recidiva tra i detenuti.
nella foto: Il progetto prevede il coinvolgimento di 100 profili per istituto penitenziario per diminuire le disuguaglianze sanitarie e ridurre i tassi di recidiva tra i detenuti.
17 gennaio 2014

Salute nelle carceri, a Viterbo al via il progetto europeo "Rehab"

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Salvaguardare la salute all'interno delle case circondariali con appositi corsi formativi. Roberto Monarca, Simspe: «Esiste mancanza di continuità terapeutica. C'è bisogno di un intervento urgente»

Garantire a Viterbo un ambiente carcerario più sicuro e una migliore comunicazione tra detenuti e personale penitenziario tramite processi formativi mirati all’educazione alla salute. Questo è l’obiettivo del progetto “Rehab - Rimuovere le Barriere Sanitarie in Carcere”, promosso nell’ambito del programma europeo sull’Apprendimento Permanente degli adulti (LLP).

Il prossimo 21-22 gennaio, nel rettorato dell’Università della Tuscia, si terrà la presentazione delle linee guida del progetto che avrà la durata di due anni e vedrà la sperimentazione parallela in due carceri europei: il “Mammagialla” di Viterbo e l’Istituto penitenziario IV di Madrid. 

Attraverso appositi corsi di formazione multidisciplinari e moduli formativi complementari si cercherà di ridurre i rischi per la salute pubblica dovuti alla custodia correzionale.

«I detenuti - afferma Roberto Monarca, presidente della Scuola di formazione della Società italiana di medicina e sanità penitenziaria (Simspe) - sono sempre più caratterizzati da una preoccupante percentuale di disturbi fisici e psicologici, da una graduale esclusione sociale, da una consistente incidenza di malattie epidemiche. Esistono alti livelli di abuso di sostanze stupefacenti e casi sempre più frequenti di stress-lavoro tra il personale carcerario. La mancanza di una continuità terapeutica tra dentro e fuori le strutture di reclusione, richiede un intervento urgente».

I promotori del programma “Rehab”, l’Università della Tuscia, la Birmingham City University e le società di medicina penitenziaria di Italia, Spagna e Francia, (Simspe, Sesp e Apsep) nella mattinata del 21 gennaio faranno visita alla casa circondariale di Viterbo per cominciare a stilare le basi dei corsi formativi.

Il progetto, seguendo le raccomandazioni dell’Unione europea mirerà a creare moduli di apprendimento rivolti sia ai detenuti che al personale carcerario. Verranno coinvolti 100 profili per istituto penitenziario per diminuire le disuguaglianze sanitarie e ridurre i tassi di recidiva tra i detenuti. Mentre le Università si occuperanno della valutazione complessiva del processo formativo, le società di Medicina penitenziaria si occuperanno della progettazione metodologica e dell’esecuzione sul campo dei principi stabiliti.