L'obiettivo del progetto è creare una rete tra le diverse realtà sociosanitarie della provincia e garantire una forma di assistenza personalizzata del paziente.
nella foto: L'obiettivo del progetto è creare una rete tra le diverse realtà sociosanitarie della provincia e garantire una forma di assistenza personalizzata del paziente.
12 dicembre 2013

Assistenza sanitaria a misura di paziente, al via il progetto "Ritha"

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La Ausl di Viterbo lancia un nuovo modello di presa in carico per integrare in un'unica rete organizzativa le risorse sanitarie locali. Prevista una cartella clinica territoriale per garantire il malato

Non più tante realtà distinte l’una dall’altra che non comunicano, tante strutture diverse in cui i cittadini non riescono a venire a capo dei loro problemi di salute. A Viterbo è in atto una riorganizzazione capillare del sistema di assistenza sanitaria per il cittadino.

In occasione della Conferenza dei servizi della Ausl di Viterbo della scorsa settimana, è stato presentato per la prima volta il progetto di “Rete integrata territorio, ospedali ed accreditati” (Ritha) che si pone come obiettivo quello di garantire un percorso che metta in primo piano i bisogni del malato. 

«La frammentazione del percorso di assistenza del paziente è quella che comporta diseconomicità – spiega il direttore amministrativo della Ausl di Viterbo, Daniela Donetti –. Noi abbiamo deciso di investire in qualità, attraverso la presa in carico del malato e la valutazione multidimensionale per riuscire a garantire economicità nel percorso».

L’obiettivo di Ritha è quello di creare una rete tra le diverse realtà sociosanitarie della provincia e garantire una forma di assistenza personalizzata del paziente attraverso la valutazione dei suoi bisogni. Tra gli strumenti a disposizione vi sarà la possibilità del cittadino di accedere ai Punti unici di accesso (PUA) e l’adozione di un modello di cartella clinica territoriale.

Quest’ultima sarà uno strumento utile per omogeneizzare le procedure di registrazione dei dati di diagnosi dell’utente e per condividerli tra le varie strutture in maniera tale da fornire una risposta adeguata a ogni livello di cura. In questo modo verrà messo in atto il piano di assistenza integrato (Pai) che verrà sottoposto periodicamente a forme di verifica per la corretta attuazione dello stesso.

«Abbiamo accelerato il processo di attuazione – aggiunge Donetti - perché pensiamo che i cittadini non abbiano più tempo e perché riteniamo di dover mettere al primo posto il diritto alla loro salute. Il modello assistenziale proposto risponderà a queste esigenze».