Carlo Gigli ed Ernesto Alicicco alla presentazione del libro
nella foto: Carlo Gigli ed Ernesto Alicicco alla presentazione del libro
26 aprile 2016

Traumatologia dello sport, il percorso che porta alla ripresa dell’attività

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Pubblicato un volume scritto a quattro mani da Carlo Gigli e da Ernesto Alicicco

(M. Gob.) - Un libro scritto a quattro mani per analizzare in tutto il suo percorso l’evento traumatologico nello sport. Carlo Gigli, direttore dell’unità operativa di Traumatologia dell’ospedale di Belcolle e specialista chirurgico del ginocchio, ha dedicato una pubblicazione (Traumatologia dello sport – Dall’evento traumatico alla ripresa in campo, con presentazione di Giuliano Cerulli, direttore dell'istituto di Clinica ortopedica e traumatologica dell’Università Cattolica del sacro Cuore di Roma), scritta insieme allo storico medico sportivo della Roma il professore Ernesto Alicicco, alla traumatologia sportiva, tema che riguarda lo sconfinato mondo agonistico che va dal professionismo al pianeta amatoriale.

Solo nella Tuscia, secondo l’ultimo censimento effettuato dal Coni, ci sono oltre 50 mila praticanti attività sportiva. Da questi numeri arriva la necessità di focalizzare un tema che tocca tutto il percorso riabilitativo dello sportivo: dall’evento traumatico alla ripresa in campo. Gli interventi da trauma sportivo effettuati all’ospedale Belcolle sono circa 200 all’anno: ricostruzione del crociato e artroscopia nei praticanti attività sportiva sono all’ordine del giorno con operazioni che vengono svolte in anestesia locale e day hospital, con il paziente che già dopo 15/20 giorni ritorna alla pratica sportiva. L’equipe del dottor Gigli usa tecniche innovative come quella della ricostruzione del menisco, che non viene soltanto eliminato, ma la dove è possibile viene suturato con maggiori possibilità di guarigione per l’infortunato.

Nella medicina dello sport – spiega Gigli – la traumatologia occupa un posto preminente e di indubbia importanza data la frequenza degli eventi traumatici che colpiscono chiunque pratichi attività sportiva. Lo scopo che ha animato la nascita del libro è quello di sensibilizzare e mettere a disposizione dell’atleta professionista o dei tanti praticanti sportivi l’esperienza accumulata sul tema in questi anni. Quello scritto con l’amico e il collega Alicicco – continua Gigli – è un libro rivolto non agli specialisti medici, ma a tutte le figure che gravitano intorno al mondo dello sport: dai preparatori atletici, ai fisioterapisti fino all’atleta stesso che leggendo il libro può farsi un’idea di quello che sarà il proprio percorso riabilitativo dopo l’infortunio”.

Sensibilizzazione e conoscenza, questa secondo Gigli la missione del libro con tanti sportivi, anziani e bambini che si rivolgono a Belcolle per superare i propri infortuni. “In questi anni siamo intervenuti su diversi sportivi come la giocatrice della nazionale femminile di calcio canadese Kelly Parker che ha rischiato di perdere i Mondiali, ma siamo riusciti a rimetterla in piedi in tempi record. Siamo intervenuti anche sull’ex allenatore di Lazio e Bari Giuseppe Materazzi che ha avuto bisogno di una protesi al ginocchio: questo è un altro tipo d’intervento specialistico che usiamo molto nella nostra unità operativa”.

I punti basilari per ridurre i tempi di recupero dopo l’infortunio e ripartire con la parte riabilitativa sono tre: Pronto soccorso, che ricopre il ruolo più immediato e preciso nel primo intervento post-infortunio, la necessità di una diagnosi precisa supportata da esami diagnostici che confermino la veridicità dell’esito diagnostico e per ultimo, ma non meno importante la scelta precisa del programma terapeutico che deve mirare al ripristino completo di tutte le funzionalità atletiche necessarie all’attività sportiva.

La prima diagnosi deve essere precisa e attendibile – conclude Gigli - quasi al 100% visto che da lì parte tutto il percorso riabilitativo post-infortunio. Il recupero dello sportivo è fondamentale anche a livello sociale. Troppo spesso i giovani si allontanano dallo sport a seguito di infortuni e traumi curati male. Quando il rientro all’attività agonistica tarda c’è il rischio di mollare psicologicamente con la conseguenza che porta all’abbandono dello sport, con il rischio di far prendere strade sbagliate a tanti giovani”.