Come cambiano i servizi territoriali, se ne parla a Civita Castellana
nella foto: Come cambiano i servizi territoriali, se ne parla a Civita Castellana
13 maggio 2015

Tre anni di piani assistenziali individualizzati nel Distretto 5, ecco come cambiano i servizi territoriali

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Se ne parla in un convegno, venerdì 15 maggio, alla sala conferenze della curia vescovile di Civita Castellana

Tre anni di esperienza maturata dal Distretto 5 della Asl di Viterbo attraverso i Piani assistenziali individuali (Pai). Tre anni di risultati preliminari che testimoniano il cambiamento in corso dei servizi sanitari territoriali. Di questo si parlerà, venerdì 15 maggio, nel corso del convegno organizzato dalla direzione sanitaria del Distretto 5 presso la sala conferenze della curia vescovile di Civita Castellana.

I Pai – spiega Angela Lagrutta del Distretto civitonico - sono interventi multidisciplinari e interprofessionali progettati per la gestione complessiva di un problema di salute con i quali si coordinano i diversi processi di assistenza e si effettua il monitoraggio degli esiti. Lavorando per progetti vengono definiti in maniera analitica gli obiettivi ed i risultati che si intendono raggiungere, con costanti verifiche procedurali, secondo una cultura della qualità. Ciò ha significato operare in un’ottica di integrazione, evitando sovrapposizioni, duplicità d’intervento, sprechi e inappropriatezza delle azioni”.

Questa nuova modalità di intervento, che mette al centro i bisogni di salute del cittadino, nel Distretto 5 è stata attivata nel mese di giugno del 2012: “Ed ora – prosegue Lagrutta – è giunto il momento di fare un primo bilancio dell’esperienza maturata e di verificare l’effettivo cambiamento che, nell’erogazione complessiva dei servizi territoriali, i Pai hanno apportato. D’altra parte il distretto, in quanto garante della salute dei cittadini, è responsabile della valutazione dei bisogni, della salute e del benessere della popolazione. Ciò comporta la necessità di una rimodulazione dell’offerta delle prestazioni, articolandole in base alle necessità effettive dell’utenza rispetto ai determinanti di salute. Ogni paziente richiede di essere trattato come un individuo unico, per tale motivo è necessaria una personalizzazione dell’intervento in maniera che sia garantita la centralità della persona come elemento irrinunciabile nel perseguire obiettivi di salute, che possano essere tradotti in qualità della vita”.