La Ausl si è dotata di una procedura telematica per lo smaltimento dell'amianto. Le ditte interessate potranno presentare online le notifiche di avvenuta bonifica.
nella foto: La Ausl si è dotata di una procedura telematica per lo smaltimento dell'amianto. Le ditte interessate potranno presentare online le notifiche di avvenuta bonifica.
12 luglio 2014

Amianto, presentati dal Centro regionale della Ausl i dati sulla mappatura nel territorio laziale - VIDEO

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Illustrati alla Pisana i dati sulla mappatura raccolti nel corso dell'anno dal laboratorio di Igiene industriale della Ausl, Centro di riferimento per la Regione Lazio. Il direttore Cavariani: «Focalizzare gli sforzi per smaltire più velocemente il materiale residuo»

La bonifica di materiali contenenti materiali in cemento amianto nel Lazio è un processo lento e costante che richiede uno sforzo di energie e un impegno di risorse significative. Un percorso lungo che, se rimarrà invariato nel tempo, porterà allo smaltimento completo delle scorie “non prima dei prossimi 60 anni”, come afferma il direttore del Centro regionale amianto della Ausl di Viterbo, Fulvio Cavariani.  In aiuto arriva un sistema automatizzato per le ditte autorizzate allo smaltimento per il coordinamento degli interventi, attivo da poco più di un mese.

I NUMERI PRESENTATI IN REGIONE

Oltre 2000 chilometri quadri sottoposti a controllo e 80mila metri quadri a carattere industriale ed edilizio con presenza del pericoloso minerale. Sono questi i numeri emersi lo scorso lunedì in Regione in occasione della presentazione dei dati annuali del Centro regionale amianto della Ausl. Una struttura di riferimento per la salvaguardia della salute dei cittadini attraverso il monitoraggio dei livelli di tossicità presenti nell’ambiente e degli interventi di bonifica per ridurre il rischio tumori nella popolazione. «Ci siamo dedicati alla mappatura dei materiali,  anche per aree con presenza di edifici scolastici, attraverso sistemi di telerilevamento con l’analisi di immagini aeree e satellitari – spiega Cavariani.

LA NASCITA DELLA STRUTTURA

Il laboratorio nasce in un primo momento come strumento per la rilevazione del rischio derivante dalla presenza di polveri di silice cristallina nel distretto di Civita Castellana. Successivamente nel 1995 alla struttura vengono affidati il controllo di tutti i servizi di prevenzione dell’amianto su base regionale.

L’AMIANTO

Il minerale viene ufficialmente messo al bando nel 1992 quando per legge se ne vieta l’utilizzo riconoscendone ufficialmente l’alto grado di pericolosità per la salute dell’uomo. «L’amianto – continua Cavariani – ha una struttura fibrosa particolarmente resistente al fuoco, agli acidi e alle sollecitazioni. Per questo motivo per molto tempo è stato utilizzato soprattutto in campo edilizio permettendo di mantenere bassi i costi di produzione grazie anche alla facilità di estrazione del materiale».

PROCEDURA TELEMATICA

Il laboratorio si è dotato recentemente di una procedura telematica per lo smaltimento dell’amianto. Le ditte autorizzate possono presentare online alla Ausl le notifiche o i piani di lavoro relativi agli interventi di rimozione o di bonifica specificando la quantità e il tipo di materiale da dismettere, il luogo, le metodologie applicate e il personale impiegato.

LA STRUMENTAZIONE

«Non è il solo elemento tecnologico che ci viene in aiuto - precisa Cavariani –. Allo stato attuale disponiamo di microscopia ottica, elettronica e difrattometria a raggi X che ci permette di analizzare la presenza e la quantità di fibre dannose. A seconda della tipologia e della quantità inalata dall’uomo si possono andare incontro a tumori come il mesotelioma pleurico che nel giro di poco tempo lasciano poco spazio alla speranza. Ogni anno purtroppo in Italia muoiono più di 1000 persone con 70-80 casi annui registrati all’interno del solo territorio regionale».

L’APPELLO ALLE ISTITUZIONI

Una statistica che si vuole tentare di invertire tramite un’ulteriore collaborazione delle istituzioni regionali in materia di smaltimento e di bonifica delle aree pericolose scoperte. «Vogliamo sollecitare l’attuazione di una normativa capace di dare un maggiore contributo al processo di dismissione dell’amianto – conclude Cavariani -. Nonostante gli sforzi attuati, con una media di 10.000 tonnellate rimosse annualmente, procedendo di questo passo e anche escludendo un possibile incremento percentuale del numero dei siti da bonificare, ci vorranno altri 60 anni per disfarci a livello regionale di tutto il materiale dannoso prodotto».

Il laboratorio si trova in via Nepesina 1/a a Civita Castellana. Per maggiori informazioni è possibile rivolgersi allo 0761/5185201 o inviare una mail a labig@asl.vt.it.