Tipi strani, la psychiatric band tarquiniese alla terza edizione di Rock On

Venticinque anni di musica che cura: i Tipi strani portano sul palco fragilità, coraggio e una forza che nasce dal sentirsi parte di un gruppo.

I Tipi strani, la psychiatric band del Centro diurno di Tarquinia attivo nel Dipartimento di salute mentale della Asl di Viterbo, sono tornati sul palco in occasione della terza edizione di Rock On, evento musicale nazionale promosso dall’associazione “I Love Acquavella”.

Concerto rock
Tipi strani, la psychiatric band tarquiniese alla terza edizione di Rock On – viterbosanitanews.it

Una partecipazione dal forte valore simbolico: il gruppo festeggia infatti i 25 anni dalla sua nascita, avvenuta nel 1998 come progetto riabilitativo e creativo dentro il Centro diurno.

Rock On non è solo un festival musicale, ma uno spazio pensato per condividere esperienze riabilitative, combattere lo stigma e favorire l’inclusione sociale. E i Tipi strani, nati dal laboratorio “Palco Aperto”, rappresentano perfettamente questa filosofia. La loro storia è intrecciata al lavoro quotidiano di psicologi, operatori e utenti che nel tempo hanno trovato nella musica un modo per esprimersi, raccontarsi e stare meglio.

Durante la manifestazione si è tenuta anche una tavola rotonda con interventi di professionisti del settore. Tra questi, Venanzio Venanzi, dirigente psicologo del Centro diurno di Tarquinia, che ha raccontato il percorso che ha portato alla creazione della band e il ruolo terapeutico del laboratorio musicale. Due membri del gruppo hanno condiviso la propria esperienza, testimoniando pubblicamente l’importanza di questo percorso.

Musica come energia che rimette in movimento

“Gran parte del mio lavoro – ha spiegato Venanzi – consiste nel rimettere in circolo un’energia vitale in persone che si sentono chiuse, bloccate, spaventate dall’apertura verso il mondo”. La domanda iniziale era semplice ma decisiva: come restituire significato e movimento a vite che sembravano ferme? La risposta è arrivata dalla musica, capace di creare relazione, appartenenza, riconoscimento reciproco.

Il primo passo fu quello di mettere a disposizione gli strumenti musicali degli operatori, creando un terreno comune tra professionisti e utenti. Suonare insieme, spiega Venanzi, significa riconoscere sé stessi e gli altri, imparare a costruire in gruppo, scoprire risorse e limiti personali. È un processo graduale che nel tempo ha dato vita a concerti, incontri e, soprattutto, a un’identità condivisa.

Acquavella: un palco che amplifica emozioni e coraggio

A distanza di un quarto di secolo, i Tipi strani continuano a salire sui palchi d’Italia con coraggio e determinazione. La recente esibizione ad Acquavella ha rappresentato un momento particolarmente intenso. “Ci vuole coraggio a salire su un palco – ha detto Venanzi – a esporsi con tutte le nostre fragilità. Si prova tutto in un’unica sera, dopo mesi di prove, ma è proprio da lì che arriva la forza ristrutturante di queste esperienze”.

La band ha portato sul palco brani originali che parlano di difficoltà quotidiane, ma anche di fiducia, legami umani e speranza. L’emozione condivisa tra musicisti e pubblico ha suggellato un percorso lungo 25 anni, fatto di sogni, relazioni e passi avanti, piccoli e grandi.

“Grazie a chi ha creduto in noi – ha concluso Venanzi – in una musica che protegge l’anima”. Un messaggio che racconta la potenza della cura quando passa attraverso la creatività, la comunità e il ritmo di una canzone.

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