Studenti con disabilità e con disturbi dell'apprendimento,  Unitus e Asl in campo per costruire percorsi di inclusione
nella foto: Studenti con disabilità e con disturbi dell’apprendimento, Unitus e Asl in campo per costruire percorsi di inclusione
3 luglio 2019

Studenti con disabilità e con disturbi dell’apprendimento, Unitus e Asl in campo per costruire percorsi di inclusione

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Siglato ieri il protocollo di intesa che prevede l'attivazione di interventi di consulenza,
di formazione e di orientamento destinati ai ragazzi, ma anche al personale docente e amministrativo

Si chiama “Co-costruire facilitatori per un’Università inclusiva” il protocollo di collaborazione interistituzionale, siglato ieri mattina dal rettore dell’università della Tuscia, Alessandro Ruggieri, e dal direttore generale della Asl di Viterbo, Daniela Donetti per la realizzazione e la gestione di percorsi organizzativi finalizzati all’inclusione di studenti con disabilità, con DSA o con altri bisogni educativi speciali.

Il progetto nasce nell’ottica di consolidare e formalizzare la collaborazione tra Unitus e Asl, nell’ambito degli interventi destinati a migliorare la qualità dell’inclusione, attraverso la partecipazione dell’unità operativa di Psicologia. Obiettivo: creare una rete per valorizzare e disseminare la conoscenza, generare opportunità nell’ambito delle azioni inclusive nei confronti delle vulnerabilità, dei bisogni educativi speciali e della tutela della salute mentale dei cittadini, sia nel contesto dell’ateneo viterbese, sia in generale nell’ambito di territorio provinciale.

Il protocollo – ha commentato il rettore Ruggieri, a margine della conferenza stampa di presentazione – si inserisce in un contesto rappresentato da servizi che la nostra università, da anni, eroga per supportare gli studenti con disabilità o con disturbi specifici dell’apprendimento nel loro percorso di studi. Il nostro è un ateneo aperto a tutti. Ad oggi abbiamo circa 100 studenti con diverse tipologie di disabilità e un numero analogo con disturbo dell’apprendimento. Il protocollo siglato con la Asl di Viterbo riveste quindi un’importanza strategica perché ci consentirà di essere ancora più aperti e inclusivi”.

Le azioni e gli interventi previsti nel progetto vanno dalla formazione e dal supporto specialistico ai docenti, al personale tecnico-amministrativo dell’Ateneo e ai referenti di dipartimento fino alla formazione e alla supervisione dei tutor alla pari, con l’obiettivo di formare studenti tutor che possano divenire facilitatori attraverso l’acquisizione di competenze e di capacità relazionali, organizzative e metodologiche nella condivisione nella relazione con i colleghi che presentano disabilità o DSA. Infine, il protocollo prevede l’attivazione di uno sportello di consulenza psicologia aperto agli studenti, i quali potranno confrontarsi con gli psicologi della Asl sulle difficoltà personali, relazionali, di studio che incontrano nel percorso di formazione universitaria, avere a disposizione uno spazio d’ascolto destinato ad accogliere le varie forme di disagio o di vulnerabilità psichica, essere orientati con interventi specifici finalizzati all’inclusione.

Molti dei ragazzi a cui è rivolto il progetto – ha aggiunto lo psicologo della Asl Vincenzo di Gemma – sono cresciuti con noi, frequentando i nostri servizi aziendali che li hanno accompagnati nella fase dell’età evolutiva. La finalità di questa iniziativa è continuare a dare loro risposte in un momento importante come quello del loro percorso di studi universitari, in modo che possano avere degli strumenti utili ad affrontare questa esperienza con serenità e che possano costruirsi un futuro il più possibile di autonomia e di partecipazione attiva nella società”.

Ritengo questo progetto comune, tra Asl e Unitus – ha commentato il direttore generale dell’azienda sanitaria, Daniela Donetti –, un grande contributo di attenzione e di sostegno rispetto ai ragazzi che presentano elementi di fragilità. La necessità, evidenziata dall’ateneo della Tuscia, di rivolgersi alla nostra Azienda e di chiedere il supporto di professionisti competenti, in grado di identificare e di gestire questi elementi di fragilità, è un fatto molto importante, perché rafforza il concetto di rete. Se le istituzioni sono, infatti, capaci di lavorare in rete, generano opportunità e servizi e producono dei risultati impensabili continuando ad operare in maniera isolata”.