Malattie del rene, a Belcolle la storia di chi con il trapianto ha ripreso a vivere - VIDEO
Il racconto di forza e tenacia di chi affetto da patologia renale cronica si è sottoposto a trapianto per recuperare le proprie funzionalità. Una storia di speranza che si è riaccesa grazie anche al supporto di medici e infermieri del Centro di nefrologia e dialisi dell'ospedale di Belcolle
Due storie, due casi di trapianto di rene e il racconto di chi riprende a vivere dopo l’intervento. Due vicende risolte con esito positivo grazie al supporto del Centro Ausl di nefrologia e dialisi dell’ospedale di Belcolle.
IL CASO DI ELISA
«All’inizio si rimane increduli, ci si sente scaraventati a forza in un altro mondo. Poi dopo il primo impatto ci si fa forza e si affronta il problema». A parlare è Elisa, 29 anni di Piansano reduce da un trapianto effettuato al Gemelli di Roma, meno di sei mesi fa. «È stato mio padre a donarmi il suo rene ed è un gesto che non potrò mai dimenticare».
LA SCOPERTA IMPROVVISA
«L’anno scorso ho sofferto di pressione alta e dopo tutta una serie di controlli ho scoperto di soffrire di insufficienza renale cronica – continua Elisa ricordando la sua vicenda -. Ad ottobre in seguito alla biopsia renale è emerso che l’attività renale era ridotta al 10%. Sono stata ricoverata per due settimane e mi sono sottoposta a cinque mesi e mezzo di dialisi al Centro di nefrologia di Belcolle prima di poter effettuare il trapianto».
LA PREPARAZIONE ALL’INTERVENTO
A Belcolle, Elisa viene preparata all’operazione e le vengono fornite tutte le informazioni utili per affrontare l’intervento. «Mi sono stati tutti molto vicini e mi hanno spiegato le procedure degli esami da affrontare. Grazie al loro aiuto ho capito come regolarmi con l’alimentazione e compreso quello che potevo fare e quello che dovevo invece evitare».
IL CASO DI ANTONIO
Antonio, 37 anni di Roma e residente a Canale Monterano, ha una storia simile ma per un certo senso diametralmente opposta a quella di Elisa. La sua problematica infatti si manifesta fin dalla tenera età di due anni.
IL LUNGO ITER DELLA MALATTIA
«Quando ero ancora un bambino mi è stato diagnosticato un megauretere bilaterale. La diagnosi indicava che i condotti che collegavano il rene alla vescica erano più grandi del dovuto - ricorda Antonio -. Poco dopo ho subito due interventi che hanno compromesso ulteriormente le mie funzionalità renali. Solo dopo una terza operazione sono riuscito a recuperare parzialmente la salute».
IL RECUPERO DELLE FUNZIONALITÀ
Ma è durante l’adolescenza che si manifestano le problematiche più serie che portano Antonio ad entrare in dialisi all’età di diciotto anni e al trapianto di un rene donato dalla mamma, circa un anno dopo. «La dialisi è arrivata come una manna dal cielo – continua Antonio -. Fino a quel momento non avevo la forza necessaria per svolgere alcun tipo di attività. Ricordo ancora la gioia di poter mangiare e bere dopo tanto tempo».
A 20 ANNI DAL TRAPIANTO
A distanza di così tanti anni dall’intervento, Antonio resta un paziente in osservazione al Centro di nefrologia e dialisi di Belcolle. «Dopo tutto questo tempo continuo ad effettuare un controllo ogni tre mesi e a svolgere una vita moderata anche se più il tempo passa e più diminuisce la paura di un rigetto. Il trapianto è stata la cosa migliore che potesse capitarmi, conduco una vita normale, ho un lavoro e so che il peggio è ormai alle spalle».